Il tao del fare passa attraverso la conservazione del lavoro artigianale, uno dei maggiori plus del Made in Italy. Ma come cambia essere artigiani in una società 2.0?
La verità è una e una sola: il saper fare artigiano è cambiato! C’è infatti un nuovo concetto di manifattura che unisce tecnologia, digitale e design, dove il progetto è il protagonista indiscusso.
In questo contesto si inserisce Innovation and Craft Society, un osservatorio privilegiato delle dinamiche emergenti nell’area della digitalizzazione delle attività manifatturiere, un luogo di incontro e approfondimento dove imprese, ricercatori, istituzioni e rappresentanti del mondo finanziario possono scambiare esperienze, opinioni e informazioni.
Innovation and Craft Society indaga per capire come le nuove tecnologie siano entrate nel sistema Made in Italy e siano state in grado di portare valore ed efficienza ad alcune aziende e alcuni settori chiave del mercato italiano. Lo ha fatto in particolare con una grandissima ricerca “Il Made in Italy incontra il digitale”. (http://madeinitaly.innovationandcraftsociety.it/)
Cliccandoci sopra puoi scaricarla per intero.
L’idea dalla quale si parte è che non sarà una rivoluzione digitale a far eccellere i nostri artigiani, ma una rivoluzione culturale. Esaltare l’eccellenza del fare dotandola di nuovi strumenti tecnologici, banalmente un computer e la capacità di utilizzarlo, porterà ricchezza, ricchezza vera e, soprattutto, unicità.
La manifattura italiana oggi è composta da 400.000 imprese in cui moda, casa, arredo e gioielleria pesano per il 20%. La vera sfida? Andare verso il futuro senza rinnegare la propria identità.