Istituzioni e aziende a sostegno dei giovani creativi: il MAXXI BVLGARI PRIZE

I giovani creativi hanno bisogno di spazio e di sostegno. Che si occupino di moda, di design o di arte poco importa. Le istituzioni, in collaborazione con le aziende, sono fortunatamente e virtuosamente spesso le prime fan di professionisti in erba, estremamente talentuosi, ma, magari ancora poco conosciuti.

 

È in questo contesto che si inserisce il MAXXI BVLGARI PRIZE, un’iniziativa che a partire da quest’anno Bvlgari ha istituito in collaborazione con il Museo MAXXI di Roma a sostegno proprio di giovani artisti emergenti.

 

Dal 1° giugno al 28 ottobre 2018 le opere dei finalisti di questa edizione – ossia Talia Chetrit, Invernomuto (Simone Bertuzzi Simone Trabucchi) e Diego Marcon – sono esposte in una mostra al MAXXI a cura di Giulia Ferracci.

 

Scelti per la loro “consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo e la capacità di espandere i confini del linguaggio artistico”, i giovani artisti sono stati valutati da una giuria internazionale composta da David Elliott curatore indipendente, Yuko Hasegawa Direttore artistico del MOT di Tokyo, Hans Ulrich Obrist Direttore Artistico della Serpentine Galleries di Londra, Hou Hanru Direttore artistico del MAXXI e Bartolomeo Pietromarchi Direttore del MAXXI Arte

La mostra si apre con il lavoro di Invernomuto che presenta un’opera complessa composta da un film, un’installazione sonora, una scultura e un profumo, in quella commistione di linguaggi che caratterizza la ricerca artistica del duo.

 

Attraverso un percorso volutamente essenziale, la mostra prosegue con Ludwig (2018) di Diego Marcon. Prima opera dell’artista completamente realizzata in CGI (computer generated imagery) il film è ambientato all’interno di una nave tormentata da una tempesta dove un bambino, che ha tra le mani un fiammifero acceso, intona un canto interrotto non appena la fiamma si consuma. La scena suscita un sentimento di empatia, fastidio e ironia a ricordare lo spirito del nostro tempo.

 

Amateur (2018), il nucleo fotografico e il video presentato da Talia Chetrit, conclude l’esposizione: si tratta di un progetto articolato in tre sale che esplorando temi quali la spontaneità del soggetto di fronte al mezzo fotografico, e il confine tra sfera pubblica e privata. L’indagine sui meccanismi di controllo e l’alterazione della realtà insita nel medium fotografico è il fulcro della ricerca dell’artista che ne sperimenta il potere sul proprio corpo, scegliendo quanto mostrare della propria dimensione intima e privata.

Sulla base delle opere esposte, il prossimo 13 ottobre 2018 la stessa giuria sceglierà e annuncerà il vincitore, la cui opera entrerà a far parte permanentemente della Collezione MAXXI.

 

 

La Redazione