Cube – Compressi, quando il genio creativo è compresso in un cubo

enrica campi cube

Il mondo si divide in due: c’è chi pensa che la creatività, perché venga espressa al suo meglio, abbia bisogno di libertà e chi invece è convinto che il genio possa manifestarsi solo a fronte di restrizioni, paletti e ostacoli da superare. C’è chi ama il foglio bianco e chi lo teme; chi non vede l’ora di correre a briglia sciolta e chi necessita invece di una roadmap per orientarsi nei meandri dei propri pensieri innovativi.

 

Ma c’è di più: c’è anche chi genio, creatività, arte e idee le ha messe in un cubo, prima e in mostra, poi. A Torino fino al 25 novembre c’è infatti Cube – Compressi, ultima tappa di una collettiva itinerante che ha coinvolto le capitali della ceramica come Faenza e Roma. La mostra è organizzata da Creativity Oggetti che, da oltre 15 anni, rappresenta una sorta finestra sempre aperta sulle nuove proposte d’arte della ceramica contemporanea.

Elisa Confortini

In occasione di Cube – Compressi, 24 artisti si sono confrontati su un tema unico, ossia un cubo di 20cmx20cm: è in questa forma perfetta e apparentemente semplice che alberga uno spazio infinito di racconto e il compito è stato, appunto, quello di riempirlo di senso, suggestioni e ispirazioni future.

 

Il cubo, se ben ci pensi, con le sue facce tutte uguali e le sue caratteristiche geometriche, è di fatto la più semplice e stilizzata trasposizione del globo terrestre che possa esistere. Un microcosmo che rispecchia in qualche modo il più complesso e infinitamente più grande ambiente in cui tutti noi siamo immersi.
Sembra complicato, è vero, ma non lo è. Le opere sono interessanti, qualche volta buffe e pur essendo uguali nella loro diversità e immensi nel loro essere compressi, i cubi esposti hanno permesso agli artisti di esprimersi dentro uno spazio costretto che, però, ben riassume quel sentimento di oppressione dal quale l’atto creativo libera.

antonio taschini cube

La Redazione