Le cose da sapere prima di visitare la Biennale Arte di Venezia 2017

Rasheed Araeen, Zero to infinity

Non esiste città migliore di Venezia per ospitare la più prestigiosa esposizione d’arte del mondo. Perché se passeggiare per le calli, attraversare i ponti e navigare i canali è sempre affascinante, quando la meta è la Biennale d’Arte si aggiunge un pizzico di magia in più.

Giunta alla sua 57° edizione, anche quest’anno ha fatto quel che doveva, ossia far parlare di sé. E sentir disquisire di arte e di cultura è musica per le nostre orecchie. Ti suggeriamo quindi alcune cose che dovresti sapere prima di andare a darci un’occhiata considerando che hai fino al 26 novembre per scoprirla:

 

Hassan Sharif, Supermarket

  1. Il tema di questa edizione suona proprio come un augurio: Viva Arte Viva è curata dalla francese Christine Macel che ha selezionato le opere di 120 artisti, provenienti da 51 paesi. Il numero che più ci piace, però, è 103 ossia quello di chi, quest’anno, partecipa per la prima volta in assoluto: l’arte è viva, appunto, ed è anche così che lo dimostra;

 

  1. Se fin qui pensi che la Biennale d’Arte sia sì interessante, ma forse un po’ seriosa, ti facciamo ricredere! Nei sei mesi di attività della Mostra, Venezia si riempie di Eventi Collaterali, puoi scoprire quelli ufficiali qui: http://www.labiennale.org/it/arte/2017/eventi-collaterali, ma anche cercare sul web quali altre iniziative la città ha in serbo per turisti, amanti dell’arte e semplici curiosi.

 

  1. Per tutta la durata di Viva Arte Viva ogni settimana un artista tiene una Tavola Aperta, incontrando il pubblico durante un pranzo da condividere, per raccontare il proprio lavoro e dialogare. Due sono i luoghi in cui questo avviene: la zona di fronte al Padiglione Centrale e le Sale d’Armi dell’Arsenale. La partecipazione a Tavola Aperta è aperta a tutti, previa prenotazione;

 

  1. Ad aver fatto il giro di tutte le testate giornalistiche internazionali sono le gigantesche mani che sorreggono Ca’ Sagredo, lungo il Canal Grande. L’installazione porta la firma di Lorenzo Quinn, uno degli scultori contemporanei più apprezzati in ambito internazionale.
    Le mani, ha affermato l’artista, sono “strumenti che possono tanto distruggere il mondo quanto salvarlo, e trasmettono un istintivo sentimento di nobiltà e grandezza in grado anche di generare inquietudine, poiché il gesto generoso di sostenere l’edificio ne evidenzia la fragilità“;
  2. L’opera più instagrammata e condivisa sui social è invece l’installazione di Michel Blazy: una parete di vecchie scarpe, come quelle che trovi qui sopra, da cui spuntano fiori e piante. Un invito poetico al riciclo e al riuso che ben risponde al tema di questa edizione.

Michel Blazy, Collection de Chaussures

La Redazione