L’industria della moda ha il triste primato di essere una tra le più inquinanti, o meglio, meno sostenibili. Complice l’alto livello di consumismo provocato (anche) dal crescente successo delle catene di fast fashion, la moda cerca sempre di invertire la propria tendenza e trovare progetti ed escamotage che riescano a renderla più ecologica e in linea con le esigenze del Pianeta.
Risponde a questa necessità il progetto di due giovani ragazze londinesi, Ella Grace Denton e Jemma Finch, che su Instagram hanno dato vita a una community che si chiama “Stories Behind Things”: lo scopo è quello di riunire persone che vogliano scambiarsi abiti che non usano più promuovendo così un concetto di moda legato all’eco-sostenibilità.
Ma c’è di più – e lo dice il nome stesso del progetto: Ella Grance e Jemma vogliono poter raccontare la storia che si cela dietro ogni abito per tracciarne il percorso e affibbiargli un valore che possa andare oltre la mera estetica.
“Stories Behind Things” è nato su Instagram, ma per volere delle sue stesse fondatrici ha uno sbocco importante anche nella vita “reale”: gli scambi di vestiti avvengono infatti in un giorno e luogo specifico, “dal vivo”, per permettere alle persone di avere un contatto vis à vis e di raccontarsi, anche a telefoni spenti.
In questo modo la community assume due ruoli: da una parte promuove l’eco-sostenibilità e, dall’altra, l’importanza di un contatto umano che parte dal web e si sposta, naturalmente, nella vita “fisica” di tutti i giorni.
Per maggiori informazioni https://www.instagram.com/storiesbehindthings/.